Chiesa San Sebastiano
La Chiesa di San Sebastiano, ubicata in piazza Garibaldi, fu edificata dalla omonima Confraternita e dedicata al Santo che protegge dalla peste. La costruzione risale, verosimilmente, ai primi anni del 1500 e la notizia storica più antica della sua esistenza risale al 1514. La dedicazione a S. Sebastiano, uno dei santi che protegge dalla peste, rende ragionevolmente valida l’ipotesi che sia stata fondata immediatamente dopo il drammatico diffondersi della peste del 1503 che a Venafro causò la morte di oltre 1200 cittadini. La chiesa fu trasformata più volte nel tempo. La sua facciata barocca, poi interamente demolita, presentava un portale in pietra con una lunetta con le immagini dei santi protettori di Venafro. Fu restaurata nel 1700 con il mantenimento delle caratteristiche geometriche originarie: navata unica lunga m. 16, larga m. 9, alta m. 12. La ristrutturazione del 1800 ne arricchì l’interno e la facciata con motivi barocchi, andati perduti a seguito della completa distruzione subita per il bombardamento tedesco del 16 ottobre 1943, per cui dal 1948 in poi e per tutti gli anni Cinquanta si provvide alla sua totale ricostruzione su progetto dell’arch. Ermanno Martino. La chiesa e l’annesso edificio rimasero chiusi al culto e a qualsivoglia uso fino al 22 novembre 1959, quando l’edificio sacro, reso agibile dopo la ricostruzione postbellica, fu riaperto al culto. L’interno, a navata unica, mantiene le antiche dimensioni; presenta cinque altari laterali e una semplice balaustra delimita il presbiterio con l’altare maggiore; di notevole pregio è la tela del XVII° secolo che raffigura la Madonna con il Bambino circondati da Angeli in volo, attribuibile al pittore Benedetto Brunetti (Oratino, 1628 – 1698). Ai loro piedi a sinistra e a destra sono San Sebastiano e San Rocco. Il quadro probabilmente fu eseguito dopo la peste del 1656 che arrecò gravi lutti nel Regno di Napoli. Un portico anteriore ad archi (tre frontali e due laterali), a cui si accede per un’ampia scalinata di quattro gradoni, introduce alle tre porte di ingresso. Nella parte superiore della facciata si aprono due coppie di archetti sormontati dall’orologio. Importante è la campana maggiore, fusa nel 1727, come documenta G. Testa in “Venafro nella Storia” a pag. 1095, perché riporta nell’incisione i nomi di Tommaso Catalo e Carlo Ranaldo, priori della Confraternita di san Sebastiano. Dal 1900 i beni della soppressa Confraternita di San Sebastiano furono amministrati dalla Congrega di Carità Pia Unione SS. Annunziata, successivamente dall’E.C.A ed oggi rientrano nel patrimonio amministrato dalla Fondazione Pia Unione SS. Annunziata.